Il liriodendro, o albero dei tulipani, nome che gli deriva dalla forma dei fiori, è una pianta originaria del Nord america. Gli indigeni (indiani d’America) lo chiamavano l’albero canoa perchè i tronchi massicci venivano utilizzati tutti interi per costruire le canoe. E’ un albero di una bellezza esagerata, e questa volta parlo sul serio, non soltanto in ragione del mio amore per il mondo vegetale. Si tratta di bellezza reale, quella stessa che si trova sul volto di una donna, e a volte anche di un uomo, che non possiede espressione che non sia attraente. Il liriodendro ha un portamento regale, con un tronco diritto e una chioma folta e regolare, foglie dalla forma aggraziata, morbidamente quadrangolari, verde tenero nella bella stagione e di affascinanti colori dal giallo all’arancione in autunno. I fiori sono assai appariscenti, come quasi sempre accade nella famiglia delle magnolie, a sei petali giallo verdi solcati da nervature viola e arancio (già mostrati in un post del 2011). E d’inverno, quando ormai si è spogliato di quasi tutte le sue attrattive, restano sui rami i calici dei fiori, rigidi ed essiccati, teatrali, spiccano come stelle o gioielli.
La bellezza è una qualità ambivalente. Mentre i nostri occhi rimangono estasiati, le nostre emozioni e la nostra razionalità elaborano pensieri discordanti, invidia, gelosia, una sorta di attonito sgomento. Forse per questo mi sorprendo ora a domandarmi se un simile albero possa suscitare simpatia, e affetto. O soltanto un’intensa, ma gelida, ammirazione.
I liriodendri sono molto comuni come specie ornamentale nei viali e parchi cittadini, come si vede in questa pagina.
L’albero della fotografia si trova nel parco storico di Villa Serra a Comago, in val Polcevera, nelle vicinanze di Genova. Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 4 gennaio 2009